Che cos'è e quando si parla di discriminazione sul luogo di lavoro?
La discriminazione è un comportamento con valenza negativa, volto ad escludere, in maniera ingiustificata un soggetto da una specifica opportunità.
Questa può essere subita dal lavoratore in diverse forme :
-discriminazione di razza, lingua, sesso.
-discriminazione di convinzioni personali, handicap, età ed orientamento sessuale.
-discriminazione di maternità, paternità, anche adottive e relativi diritti connessi.
-discriminazione di genere.
-molestie sessuali.
-discriminazione sindacale.
É importante sottolineare la differenza tra Molestia e Discriminazione.
La prima è un atto esplicito che mira a intimidire e violare la dignità del soggetto e può avere sfondo sessuale o psicologico.
La seconda invece per essere definita tale, ha bisogno di un metro di paragone, cioè la discriminazione avviene sul confronto tra categorie esplicite di riferimento.
Le discriminazioni possono avvenire in maniera:
Diretta (es. Offese o atti espliciti).
Indiretta (es. Posizioni lavorative aperte per entrambi i generi, ma impossibili da svolgere per questioni di orario alle lavoratrici madri).
oppure in apparenza neutra, ma che in realtà causano uno svantaggio lavorativo alla persona.
(es. Trasferimenti in sedi lontane e scomode per il lavoratore dopo rientri da lunghe malattie o maternità).
Le forme di discriminazione sono soggette a sanzioni.
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